A. Tesla | Chicago – La scelta delle unità allo stato solido deve essere ben ponderata. Infatti le SSD partecipano attivamente a quelle che sono le prestazioni finali di un Computer.
I dischi allo stato solido svolgono la stessa funzione degli hard disk tradizionali. Però cambiano le caratteristiche tecniche da valutare per potersi fare un’idea sulle prestazioni del prodotto e quello che dovrebbe essere il suo prezzo ideale.
Fattore di forma
Oggi giorni il fattore di forma delle unità allo stato solido è uguale a quello dei dischi da 2,5 pollici che si adottano all’interno dei notebook.
Si è optato per queste dimensioni per due motivi principali.
La prima motivazione è che un disco SSD non necessita una grande quantità di spazio, per il semplice fatto di non adottare dei piatti interni più o meno grandi e più o meno numerosi.
Per raggiungere delle grandi capacità basta soltanto adottare le giuste celle di memoria (solitamente presenti nei tagli di 4, 8 e 16 GB).
In un disco dalle dimensioni classiche di 2,5 pollici è possibile implementare fino a 32 celle.
La seconda motivazione è che ormai gli utenti si sono abituati ad una certa forma dell’unità di memorizzazione di massa e, a quella, fanno riferimento.
In ogni caso gli hard disk da 2,5 pollici possono essere utilizzati anche all’interno dei computer desktop. Basta solo utilizzare delle staffe adattatore (o custodie particolari) che verranno fissate alla struttura in metallo del computer.
Capacità
La capacità di un disco allo stato solido può variare da pochi GB fino a raggiungere il TB.
Purtroppo più si cresce con la capacità e più il costo lievita.
Tanto per farvi due conti in tasca, pensate al fatto che un disco fisso da 512 GB possa venire a costare intorno ai 1000 euro.
In tutti i casi ci si può ingegnare ed utilizzare un disco allo stato solido dallo spazio contenuto (nel quale caricare il sistema operativo) ed un hard disk contestualmente (da utilizzare come magazzino per l’archiviazione dei dati).
Tempo addietro abbiamo recensito un’unità di massa che era un ibrido ed il cui prezzo è decisamente più accessibile. Si trattava del Seagate Momentus XT.
Interfaccia
Visto che i dischi SSD sono dei prodotti recentissimi, quasi tutti utilizzano lo standard di comunicazione SATA II.
Altri modelli si affidano all’interfaccia Sata III, che permette di fare un notevole balzo in avanti, per quello che riguarda le prestazioni.
Ma credeteci se vi diciamo che i valori raggiunti con la Sata II sono straordinariamente eccitanti se paragonati ad un hard disk qualsiasi.
Provate a leggere la recensione della ADATA Nobility N004 SSD.
Controller
Uno dei fattori chiave del successo dei dischi allo stato solido è il controller di memoria che gestisce l’organizzazione ed il recupero dei dati all’interno dell’unità. Praticamente governa il disco in ogni suo comportamento.
Attualmente il marchio più “importante” (in quanto produttore di controller) è quello della SandForce. Le unità allo stato solido, che adottano dei controller SandForce, sono tra le più prestazionali in assoluto.
Se si vuole spendere meno ci si può rivolgere a marchi come Indilinx, Toshiba, Jmicron e Samsung.
Velocità di trasferimento
Come abbiamo accennato in precedenza, un parametro che ci permette di apprezzare la produttività di un’unità di memorizzazione di massa è la velocità di trasferimento dati.
Molti controller garantiscono una velocità di lettura vicina ai 250 MB/s ed una velocità di scrittura che si aggira attorno ai 200 MB/s.
Ma troviamo soprattutto sorprendente la capacità di scrivere e leggere in maniera casuale a velocità vicine ai 200 MB/s. Valore che i classici hard disk sognano.
A tal proposito un parametro da tenere in considerazione è il numero di Iops: operazioni di input e output casuali compiuti al secondo su file di 4 KB.
I dischi migliori fanno registrare punte di 50 000 Iops (che corrispondono ai 200 MB/s citati sopra). I “peggiori” si fermano solo a poche centinaia di Iops (1MB/s come minimo).
In linea di massima le SSD con una capacità maggiore solitamente sono le più veloci in virtù del fatto che adottano un maggior numero di celle ed hanno un maggior parallelismo in scrittura.
Celle di memoria
E’ possibile trovare le unità SSD composte da celle Slc o Mlc.
Le prime sono molto costose, molto veloci, ma dotate di una scarsa capacità contenitiva.
Le Mlc, invece, sono di gran lunga più economiche, ma ciò nonostante (attualmente) sufficientemente durature.
Tanto per quantificare, la durata media di una cella prevede un utilizzo di 50 GB i dati al giorni per 20 anni.
Si tratta di un arco di tempo abissale.
Inoltre è presente su alcuni sistemi operativi un comando battezzato Trim che ottimizza le prestazioni e la longevità della singola cella e dell’intero disco allo stato solido SSD.
Questo articolo è un’appendice della pubblicazione Come Acquistare un Computer Desktop o un Portatile Notebook/Netbook: Guida alla Scelta del PC