A. Tesla | Chicago – La passata settimana abbiamo avuto tra le mani un Cosmo PocketBook 2.0.
Si tratta di un e-book reader realizzato da Nilox.
Il dispositivo presenta uno schermo da 6 pollici.
La tecnologia adoperata è E ink.
La risoluzione massima è una 600 x 800 pixel.
I toni di grigio sono 8.
Da queste poche battute potete trarre una semplice considerazione: il Cosmo PocketBook 2.0 è poco indicato alla fruizione di contenuti che non siano testuali.
Il telaio è bianco panna.
Le dimensioni sono di 12,5 x 17,5 x 0.8 cm.
Il peso è di 211 grammi.
Ai lati dello schermo sono presenti due tasti che tornano utili per cambiare le pagine o regolare il volume delle tracce audio che si possono mettere in sottofondo: mp3, aac, wma, ogg, flac, wav.
Sotto il display è presente una tastiera alfanumerica (scomoda) in stile cellulare.
Il utilizzo naturale è la gestione dei sotto-menù.
A destra rispetto al tastierino è presente un pad con 4 direzioni + un tasto centrale.
Sul bordo sinistro è presente un jack per un eventuale alimentatore opzionale.
Sul bordo inferiore, invece, sono allocati i fori per la cuffia, il bottone d’accensione, il microfono integrato, la porta Usb, l’ingresso per la ricarica della batteria ed uno slot per le schede Sd (sempre molto comode per espandere la memoria).
Sul retro, infine, trovate un foro per il reset del dispositivo e un piccolo altoparlante incorporato.
Sensazioni: Perché non lo compreremmo?
La motivazione principale è che il lettore e-book ci è parso goffo, impacciato e poco fruibile.
L’interfaccia d’utilizzo non è il top.
Inoltre il Cosmo PocketBook 2.0 cozza in compatibilità con la tecnologia di protezione Adobe Drm.
Questo vuol dire che non sono supportati i formati e-book protetti.
E molti editori utilizzano proprio questo formato per contrastare la distribuzione illegale dei contenuti testuali.
Tra le annotazioni negative mettiamoci anche che non è possibile prendere note e non vi sono dei dizionari incorporati.
Inoltre il contrasto non è esaltante e non è possibile scegliere un font diverso da quello predefinito.
In più l’ingrandimento del testo è poca roba con i soli tre livelli d’azione e i caratteri appaiono anche sbiaditi in certi frangenti.