Internet come la televisione: andrà a finire a colpi di pubblicità? – Immagine tratta da cristyli.blogspot.com
Avete mai pensato, anche voi, che la storia di internet possa finire da un momento all’altro? Avete mai sofferto un incubo del genere?
Il Web è in continua evoluzione. Anche la televisione era partita con scopi sociali, didattici: il servizio pubblico.
Esiste ancora la televisione pubblica, ma cosa la differenzia dalle reti commerciali? Una definizione? Il canone?
I programmi, l’intero palinsesto ed il resto si omologano, purtroppo, alla tinta marrone della restante programmazione.
Ho cominciato a riflettere sulla seguente questione quando mi son imbattuto in un video nel quale Vespa ed altri volti, che forse dovrebbero essermi noti, discriminavano la rete disconoscendone (secondo me) la reale utilità ed accessibilità: un blog non è proprio come un programma televisivo della Rai che è sicuramente seguito da qualcuno.
In particolare venivano criticati i blog, definendo come blog una sorta di proprio book fotografico a sfondo erotico.
“E’ il sesso che muove internet!” Ma da qual pulpito vien la predica?
“Internet è un modo di essere!”, ‘azzarola! Internet è il mondo e mi stupisco che ancora molte persone non riescano a comprendere che queste distinzioni tra mondo reale e virtuale sono sterili.
Internet è uno spaccato della vita che rispecchia e canalizza tutte le culture, lingue e SOCIETA’.
Potremmo stare ore a dibattere sul modello di cacca della società che viene fuori dal piccolo schermo, ma quello che mi assillava di più era questo: Siamo sicuri che domani (sì, proprio domani) le regolette non cambino? Siamo certi che domani Internet sia ancora quello che conosciamo?
Google (sinonimo di internet) ha un suo modo di distribuire l’informazione, ma se questo modello diventasse uguale a quello della televisione?
Provate ad immaginare migliaia di ricerche accompagnate non da annunci pertinenti, ma da grossi marchi aziendali.
Ora provate ad immaginare, invece, che siano direttamente le ricerche ad essere filtrate a seconda dei soldini che ogni webmaster potrebbe pagare a Google per essere presente sulla sua piattaforma.
Un incubo orribile, vero ragazzi? Vi sembra un’ipotesi molto lontana dalla realtà?
Già si notano siti che, solo per il fatto di essere meglio indicizzati, offrono contenuti scadenti (ed alle volte copiati o “con un leggero make-up”) spuntare nelle primissime pagine di ricerca anche se non possiedono un CONTENUTO. Per capirne le implicazioni, ad ogni modo, bisognerebbe riflettere a fondo sul rapporto che un sito fruttuoso ha con gli algoritmi di Google o altro motore di ricerca.
Cosa vieta, quindi, di passare allo step successivo nel quale ogni singola frazione di visibilità deve essere comprata?
Una luce bella forte, in realtà, resta sempre accesa! Per quanto male si potranno mettere le cose in futuro, chiunque può creare in casa propria un server nel quale hostare il proprio sito con le proprie idee eretiche o le proprie sfacciatissime foto.
In molti, inoltre, saranno quelli che creeranno nuovi motori di ricerca per tutti coloro che vogliono accedere all’informazione senza che essa gli venga spalata di sopra come se fosse letame.
Con un gigantesco passaparola queste nuovi chiavi d’accesso alla libertà si diffonderebbero per l’intero globo. E come un’influenza virale, proveranno a contagiare tutti chiedendo loro se non sia l’ora di smetterla con le schifezze, i colpi bassi e, soprattutto, con la televisione commerciale!
Ecco, tutto quello che è stato scritto non è altro che una costruzione provocatoria per stimolare un visitatore alla conversazione, al dibattito diretto e libero da catene mentali. Chiaramente l'estratto di porta a porta è stato tolto dal suo contesto ed è stato generalizzato da me, ma quello che più importa è creare una discussione che offra spunti su cui riflettere ed interagire socialmente con persone che non trovi al bar sotto casa.
Internet è sete di libertà e curiosità allo stato puro. Preserviamolo!
Ps: io amo Google ed il National Geographic!