Ho anche acquistato un gruppo di continuità o per meglio definirlo un Ups, ma non c’è verso.
Ogni 6 mesi (quasi come una ricorrenza vacanziera) si ripresenta lo stesso odiosissimo problema. La cosa più fastidiosa è che mi succede proprio sul PC con il quale lavoro in ufficio. E questo mi ruba ulteriore tempo ed imprecazioni varie visto che da quella postazione opero solitamente gran parte del giorno.
E quindi, periodicamente, son costretto a raccattare un’altra unità fisica di memoria rassegnandomi alla perdita dei dati contenuti nei defunti dischi.
Onestamente devo dirvi che cercherò, a partire da sabato pomeriggio venturo, d’effettuare qualche modifica all’ambiente. Ho dei particolari indizi.
Per prima cosa incrimino gli sbalzi di corrente che spesso avverto. E poi ci sarebbe lei, quella grossa grassa instancabile sputa fotocopie.
Son sicuro del fatto che gli Hard Disk siano sensibili sia agli sbalzi di tensione, sia ai campi magnetici che, sicuramente, la Tina (la fotocopiatrice) crea, specie quando esce dallo stand-by o la si accende.
Succhia tanta di quella corrente da creare un calo di tensione e successivamente un aumento (li chiamano sbalzi apposta). Maledetti rulli di stampa e blocco fusore!
Fino a qualche secondo fa, non mi era venuto in mente che (molto ma molto probabilmente) l’utilizzo dell’Ups si è rivelato inutile perchè, non essendosi mai verificato un blackout della corrente, il gruppo di continuità non entrava in gioco. In questi momenti si manifesta tutta l’utilità dello scrivere!
A questo punto proverò con un Ups on-line che, a differenza delle altre modalità di intervento previste (off-line e line-interactive), protegge totalmente il computer, isolandolo dalla rete elettrica.
Praticamente l’alimentazione sarà sempre generata dalla batteria interna dell’Ups. Oltre ai campi magnetici (il tamburo utilizzato per la distribuzione del toner deve essere per forza di cosa magnetizzato, non posso sbagliarmi), ad ogni modo, non sono da sottovalutare le vibrazioni che sollecitano una continua ricalibrazione delle testine di lettura e scrittura e ciò, alla lunga, causa problemi nel recupero dei dati dai piattelli magnetici fino ad usurare completamente la meccanica del disco.
Esistono in commercio degli hard disk che integrano dei sensori per rilevare le vibrazioni ed agire di conseguenza.
Un esempio potrebbero essere i Seagate Barracuda serie ES.2 che abbassano la loro velocità operativa quando rilevano delle vibrazioni.
In conclusione, per isolare e tenere al sicuro un PC generico in qualsiasi situazione, occorre adottare un ottimo Ups, un Hard disk che risenta al minimo delle eventuali vibrazioni (che sarebbe preferibile evitare lo stesso) , un collegamento (magari tramite prolunga) ad una presa indipendente o meglio ad un altro ramo dell’impianto elettrico (cosa auspicabile ma logisticamente raramente effettuabile) e, perché no?, mettiamoci pure un alimentatore Atx con gli attributi!!