Da tempo le case di tutti gli italiani possono vantare la presenza di monitor realizzati con massima perizia.
Attualmente il modello di display più richiesto ed utilizzato è un 21-24 pollici con risoluzione Full HD (1920 x 1080 pixel).
Spesso la pubblicità ed il design fanno la differenza, quando si parla di vendite.
E quindi su cosa potrebbe investire un’azienda, visto che la tecnologia sembra aver raggiunto la maturità?
Noi diciamo: eco-sostenibilità.
Questo termine non è una novità e dal settore automobilistico a quello energetico sembra il tema dei prossimi 10 anni.
Il pallino delle nuove case produttrici sarà quello di realizzare dei monitor che mantengano delle elevate caratteristiche tecniche, ma che (allo stesso tempo) siano belli e, soprattutto, rispettosi dell’ambiente.
Ciò vuol dire prima di tutto bassi consumi e l’uso di “materie prime amichevoli”.
In questo modo il prodotto sarà più facile da smaltire nelle discariche, una volta che avrà esaurito il suo ciclo di vita.
Bisogna continuare sulla strada dei LED (che consentono un notevole risparmio energetico rispetto alle vecchie lampade fluorescenti Ccfl), abbandonare definitivamente l’uso di sostanze pericolose e inquinanti (come mercurio e piombo) e, soprattutto, creare a monte un sistema che, per realizzare un monitor per PC, richieda sempre meno energia e inquini sempre meno l’ambiente.
Se vogliamo parlare di eco-compatibilità, dobbiamo impegnarci in un discorso a 360 gradi e pensare alla fase produttiva in fabbrica, a quella distributiva, di smaltimento e riciclo.
La spinta ecologista c’è. La sensibilità dei produttori anche. Ma come si fa a distinguere un prodotto comune da uno “dal pollice verde”?
Sulla fase produttiva non si possono avere delle certezze a meno di visitare gli impianti di realizzazione in CINA, COREA ed altri paesi limitrofi che non ci sembrano molto democratici, ospitali e sensibili a tematiche come la salute ambientale.
E’ senz’altro più semplice verificare il rispetto delle normative vigenti e dei consumi. Basta consultare il manuale del prodotto alla ricerca di loghi come “Energy Star”, “RoHS”, “Epeat”.
Inoltre esistono in commercio degli aggeggi che permettono di valutare i consumi di un prodotto (wattmetro). Si frappongono tra la presa elettrica e (in questo caso il monitor). Il loro prezzo può essere molto contenuto. Anche al di sotto dei 20 euro.
Oppure si può fare affidamento sulle informazioni rilasciate dalle case produttrici. Il più delle volte sono veritiere.
Come tutti gli oggetti che l’uomo realizza per sé, anche il monitor ha una sua ergonomia.
Esiste anche una normativa, la Tco ’03, che stabilisce quali siano le linee guida per una corretta visione del monitor.
Innanzitutto il display deve stare a circa 45 – 55 centimetri di distanza dagli occhi. Inoltre il suo centro deve stare di poco sotto l’altezza dello sguardo della persona che gli si posiziona davanti.
Sembrerà banale, ma assicuratevi sempre di acquistare un monitor la cui base sia regolabile in altezza. Così potrete rispettare alla perfezione questo criterio ergonomico ed i vostri occhi ne beneficeranno.
Il consumo che abbiamo riassunto nei grafici è calcolato mettendo a confronto 3 monitor da 24 pollici a tecnologia Ctr, Lcd ed Lcd “verde”.
Ma perchè si riesce a risparmiare così tanto? Dove sta la differenza rispetto ai monitor tradizionali?
La principale novità apportata da questi monitor dal pollice verde è l’uso dei Led al posto delle Ccfl (Cold Cathode Fluorescent Lamp). Si azzera la presenza di sostanze fortemente inquinanti (come il mercurio) e, a parità di luminosità, si risparmia sui consumi elettrici.
Inoltre non è raro trovare case (Nec e Dell su tutte) che riescono a ridurre sensibilmente la richiesta di energia abbassando l’intensità della luce emessa dalle lampade.
Inoltre bisogna fare un distinguo tra i pannelli Tn (Twisted Nematic) e Ips (In.Plane Switching). I primi, paradossalmente consumano più energia nelle scene scure. Per mostrare una schermata nera le celle devono diventare opache a seguito di una tensione elettrica applicata.
I pannelli Ips, invece, possiedono delle celle che (a riposo) sono opache e necessitano della corrente per acquistare lucentezza e diventare trasparenti.
Oltre ai led bisogna considerare nel bilancio energetico anche altre componenti. Non potremmo proprio trascurare l’elettronica con tanto di trasformatore di tensione alle spalle.
Ad ogni accensione si verifica un fisiologico picco dei consumi. I watt consumati sono diversi e si accumulano a causa del necessario controllo di tutti i circuiti.
In termini economici non conviene accendere e spegnere il monitor del PC di frequente. E’ meglio farlo solo quando avete intenzione di non utilizzare il computer per un po’ di tempo (parliamo di ore).
Il trasformatore, invece, assorbe una piccola quantità elettrica anche da spento.
L’unico modo per non far consumare elettricità ad un display è quello di staccarlo completamente dalla presa elettrica o posizionarsi su “OFF”. Purtroppo non tutti i monitor hanno questo pulsante.
Quando è in standby il consumo del monitor è di circa mezzo watt.
Ma mezzo watt per il PC, mezzo per il monitor, mezzo per la televisione, mezzo per il cellulare, etc…, va a finire che la somma si ripercuote sensibilmente sulle bollette di fine anno.
I pannelli più diffusi sono i Tn. Anche se non sono precisi dal punto di vista cromatico, la loro economicità e velocità li ha resi molto popolari.
La tecnologia Ips trova maggiore impiego tra i prodotti più costosi che possono garantire una maggiore fedeltà cromatica ed un migliore angolo di visualizzazione, ma sono molto meno veloci dei tn.
Ultimamente, forse saturati da tanto glossy, i monitor preferiti sono quelli che hanno subito un trattamento anti-riflesso.
Molte volte questo processo consiste nel rendere ruvido il filtro polarizzatore più esterno.
I colori appariranno meno nitidi, ma i riflessi vengono pesantemente smorzati e si può lavorare molto meglio al PC. Tutto ciò è dovuto al fatto che la luce che impatta sullo schermo, viene diffusa con angoli molto ampi.
Per assicurare una certa continuità di utilizzo delle vecchie schede video, si continua ad implementare in tutti i monitor la classica presa analogica Vga. Se si desiderano anche degli ingressi analogici component, S-video e composito, bisogna lanciarsi in una ricerca spietata, visto che è di ventato difficile trovarli. Son pezzi da museo.
L’uscita digitale la fa da padrone: Dvi-D o, meglio ancora, Hdmi.
Nel caso fosse presente solo una delle due e si desiderasse utilizzare l’altra, si possono comprare a pochi euro degli appositi adattatori Dvi/Hmdi.
Nelle righe che seguono vi mostreremo come calibrare un display per PC con dei colorimetri.
Come avevamo già visto in qualche articolo precedente (che potete trovare etichettato come “Monitor Lcd”), SOPRATTUTTO i professionisti, che hanno la necessità di calibrare il display secondo dei profili Icc (International Color Consortium) precisi, possono adottare degli strumenti di taratura semi-automatici come quello blue eye pro di Lacie.
La regolazione del monitor è veramente molto semplice.
All’interno del pacchetto di acquisto (circa $349) è presente un CD-ROM + un manuale delle istruzioni + il sensore Usb (le cui forme richiamano fortemente quelle di un mouse).
Bisogna posizionare il sensore nella parte frontale del monitor. Ci si può aiutare attraverso le ventose presenti come cuscinetti alla base del sensore ed attraverso un contrappeso attaccato al cavo Usb.
Il dispositivo funziona automaticamente sui monitor LaCie serie 300 e 500, mentre con altri display (sia Crt che Lcd) è necessario seguire una procedura che, ad ogni modo, è guidata.
Attraverso il software presente all’interno del CD-Rom si potrà avviare il programma dalla interfaccia piuttosto chiara. Bisognerà impostare dei parametri di riferimento: Gamma (da 1 a 3, con incrementi di 0,1), Kelvin (Temperatura del colore – da 5.000 °k a 9500 °k con passi di 500 °k), luminosità in candele al metro quadrato (cd/m2).
Una volta impostato un profilo si sarà in grado di calibrare altri monitor così che tutti abbiano la stessa resa cromatica.
Poi, attraverso un semplice test, è possibile valutare le prestazioni del monitor nel tempo.
Abbiamo apprezzato molto anche la possibilità di poter valutare l’intensità della luce ambientale ed il suo colore.
Per stabilire i valori da dare al monitor, è fortemente suggerito di provare a regolare manualmente il monitor tramite il classico menù Osd e poi utilizzare un calibratore per ricavarne un profilo Icc.
Oltre a LaCie potremmo suggerirvi i1Display 2 o i1Display LT di X-Rite.
Lo avevamo ribadito a proposito dell’acquisto di un televisore: comprare un monitor può risultare una vera lotteria.
Diciamo questo perchè potrebbe tranquillamente accadere che il display presenti qualche pixel non funzionante.
La primissima cosa da fare è quella di informarsi sulla politica della casa a riguardo della sostituzione del prodotto. A seconda del marchio che avete scelto la garanzia cambia e con essa anche i termini per considerare un prodotto difettoso e ordinarne il rientro.
Qualora non ci fossero gli estremi per una sostituzione, è possibile attuare alcune pratiche che hanno lo scopo di “rivitalizzare” il pixel pigro (sempre che non sia “morto”).
Come approfondimento vi suggeriamo la lettura di questo articolo: Pixel bruciati e difettosi: Quando si ha diritto alla garanzia? Posso chiedere la sostituzione? Cosa fare in questi casi?.
Energy Star
Standard internazionale focalizzato sui consumi elettrici dei dispositivi elettronici commerciali in genere. Ha visto la luce nel lontano 1992 ad opera della Enviromental Protection Agency americana. Poi è arrivato anche in Europa.
Un apparecchio certificato Energy Star consuma dal 20 al 30% in meno rispetto ad un altro dispositivo non certificato “Energy Star”.
Epeat
Trattasi di autocertificazione che casualmente viene esaminata da parte di un comitato Green Electronics Council.
In maniera implicita questa certificazione ingloba quelle Energy Star e RoHS.
E’ costituita da 23 specifiche di base e 28 criteri opzionali.
RoHs
Mira a limitare e debellare l’uso di materiali tossici (cadmio, mercurio, piombo…) nella produzione di apparecchiature elettroniche.
La comunità europea la adotta dal 2003, ma è effettiva dal 2006.
Tco’03
La certificazione tco’03 è applicata a quei dispositivi che presentano un consumo molto basso di energia elettrica (quando sono in standby o sono spenti), basse emissioni elettromagnetiche, delle buone caratteristiche visive e rispettano severi criteri per il riciclaggio e lo smaltimento dei materiali utilizzati nella loro creazione.
Vogliamo ricordarvi che qualora decideste che sia giunto il momento di buttare via il vostro vecchio monitor, non dovete farlo come qualsiasi oggetto.
Avete due alternative.
Potete chiamare il comune e chiedere all’usciere di mettervi in contatto con l’ufficio giusto per lo smaltimento di rifiuti speciali oppure recarvi in un negozio, effettuare un acquisto equivalente e lasciare al commerciante il vecchio monitor. Ci penserà lui allo smaltimento. Infatti dal 2008, per legge (decreto legge 151) paghiamo una maggiorazione su tutti i prodotti che richiedono uno smaltimento speciale. Il rivenditore è obbligato a prendersi carico del vecchio monitor. Se così non fosse, trattasi di lestofante!
Hanns.G HL231
L’Hanns.G HL231 è un monitor da 23 pollici per PC che presenta delle caratteristiche estetiche alquanto singolari.
Le linee sono molto eleganti e la finitura nera lucida.
La parte strana è una coda trasparente che corre lungo il bordo inferiore.
La base è circolare e consente soltanto una regolazione orizzontale lungo l’asse parallelo allo schermo.
Il retro è leggermente bombato, ma lo spessore dello schermo resta di soli due centimetri….continua a leggere
LG Flatron E2240T
LG Flatron E2240T è un monitor splendido. Non costa neppure tanto: circa €177,00.
Presenta delle dimensioni di 21,5 pollici e offre un aspetto marcatamente elegante.
La cornice frontale è ampia. Lo spessore è di soli 2 centimetri. Il bordo esterno sporge ed è semi-trasparente.
La base è tonda e riprende il nero lucido della cornice.
L’unica rotazione concessa al display è quella lungo l’asse orizzontale. Quello parallelo allo schermo, per intenderci ….continua a leggere
Packard Bell Maestro 240 Led
Il Packard Bell Maestro 240 Led si presenta in un elegante nero. Le sue forme sono molto squadrate e classiche. Il davanti è di un nero lucido. Il retro è opaco.
La cornice frontale è sottile. Stesso discorso si può fare per il corpo del monitor che è spesso circa 2 centimetri, non molto di più.
I pulsanti, per la regolazione delle impostazioni principali, sono collocati sotto il bordo inferiore, a destra. Non sono immediatamente visibili e, per di più, sono duri da utilizzare….continua a leggere
Samsung SyncMaster Px2370
Il Samsung SyncMaster Px2370 non poteva che presentarsi splendidamente.
Da sempre Samsung ci ha abituato ad un’estetica raffinata ed elegante.
In questo modello di display la cornice è trasparente all’esterno e diventa gradualmente nera mano a mano che si procede verso il centro dello schermo.
La base è tonda. E’ in plastica e di un colore fumé, molto tirato a lucido.
Il gambo è trasparente….continua a leggere
Acer S231HL
L’Acer S231HL presenta una diagonale di 23 pollici. Esteticamente è molto spartano. La linea è pulita e smussata ai bordi.
La parte frontale è di colore nero lucido. Quella posteriore nero opaco.
Proprio questa è la zona preferibile da toccare, per evitare che ditate e sporcizia si appiccichino al display con una facilità incredibile.
La cornice è sottile e l’intero corpo del display è largo solo 3 centimetri ….continua a leggere