Domanda:
Perché i modem 3G sono un’esclusiva delle compagnie telefoniche e di conseguenza dei negozi di telefonia? Se compro un modem è sempre marchiato da una compagnia telefonica o l’altra. E questo stratagemma, questa sorta di punizione pecuniaria per chi volesse cambiare operatore, la trovo proprio illogica.
I modem 3G che non sono vincolati e bloccati a funzionare con un solo operatore telefonico sono una rarità.
Risposta:
Un pò tutti coltiviamo l’idea di poter scegliere un qualsiasi componente hardware (nel caso specifico modem 3G) ed associargli la scheda telefonica che preferiamo. Questo è logico. Lo è ancor di più se consideriamo il fatto che un singolo utente molto spesso si ritrova in tasca 2 o 3 schede di 2 o 3 gestori diversi.
Purtroppo ci sono alcuni fattori, non di poco conto, che tagliano le ali a questa fantasia.
La prima considerazione da fare è che in passato (ora molto meno) i dispositivi per la navigazione mobile davano problemi di interoperabilità. Cioè in taluni casi impedivano il collegamento con i ponti radio di alcuni gestori telefonici. A causa di ciò i gestori cominciarono a fornire alla propria clientela dei modem realizzati specificatamente per la propria rete mobile.
Il marchio posto sopra il prodotto è solo una legittima rivendicazione dopo aver dedicato tempo e fondi allo sviluppo e armonizzazione con la propria tecnologia. Inoltre grazie all’acquisto in massa di un solo determinato dispositivo (successivamente testati ed opportunamente modificati) è possibile proporlo ai propri clienti ad un prezzo piuttosto basso.
Solitamente gli stessi prodotti non sono presenti su altri canali franchi a causa di ferrei contratti d’esclusiva stipulati dalle società di telecomunicazione con i produttori. Inoltre difficilmente un rivenditore di componenti hardware o elettronica in generale potrebbe ambire ai numeri raggiunti (in termini di vendite) dalle compagnie telefoniche. Di conseguenza non potrebbe che vendere lo stesso ipotetico dispositivo ad un prezzo sensibilmente superiore. Ponendosi automaticamente fuori mercato.
Questa pratica è diffusa uniformemente su tutto il territorio europeo ed americano. Direi che in Italia l’antitrust svolge, ad ogni modo, un ruolo di controllo a tutela dei consumatori veramente degno di nota. Impedendo eventuali situazioni penalizzanti per noi che compriamo e utilizziamo la tecnologia 3G.
I modem 3G venduti in Italia dotati effettivamente di blocco dell’operatore (operator lock) sono, dopotutto, un numero esiguo e quasi tutti sono brandizzati tramite un programma specifico per la connessione ad un determinato gestore. La società che più delle altre utilizza questa pratica è 3 Italia e in giro per la rete ci sono molti forum che discutono su come sbloccare telefonini o modem, anche se la pratica dovrebbe essere illegale. Uso il condizionale perché tempo fa lessi un articolo (questo qui) che mi spiazzò. Ciò che è certo è che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha stabilito la durata massima del blocco (18 mesi, dopo i quali lo sblocco deve essere gratuito e non a pagamento come avviene alle volte con alcuni rivenditori) e la possibilità di sbloccare a pagamento il terminale a 9 mesi dall’acquisto pagando al massimo il 50% del sussidio ricevuto all’atto dell’acquisto.